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Dheepan – Jacques Audiard

tumblr_nrwndffHav1qej1i6o1_1280Dheepan, un combattente dello Sri Lanka, riesce a fuggire dalla guerra civile che imperversa nel suo Paese, convincendo una donna e una bambina sconosciute a fingersi la sua famiglia e partire, così, verso Parigi. Giunti in Francia, i tre, senza conoscere una parola di francese, riescono a trovare una sistemazione in un grosso condominio della periferia dove Dheepan viene assunto come tuttofare. Il quartiere è abitato da immigrati e delinquenti – in continua lotta tra loro – che isolano sempre più la nuova “famiglia” fino a portarla a drammatiche scelte e fronteggiare il proprio passato.

Vincitore della Palma d’Oro al 68° Festival di Cannes, l’ottavo film di Jacques Audiard porta avanti il discorso sulla violenza e sull’emarginazione, messo magnificamente in mostra ne Il profeta. L’assenza di comunicazione, il continuo utilizzo di rumori esterni e i piani spesso totali di alcune sequenze creano un effetto straniante e di rara efficacia, portando sempre più il protagonista a trovarsi distante da ogni contesto in cui si trova: quello ambientale e quello più intimo. La famiglia di Dheepan è una famiglia fittizia, costruita solo sulla paura e sul desiderio di sopravvivere, e anche i rari momenti in cui i vari membri mostrano il loro desiderio di affetto e comprensione sfociano in un insormontabile muro che separa le persone lasciandole sole a se stesse.

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Audiard descrive in modo preciso e puntuale le ritualità del quartiere parigino, fatto di ritmi ed equilibri invisibili (sempre sull’orlo di implodere su se stessi), in un’attesa e un’apparente calma che stordisce lo spettatore. Così spesso verboso e ricco di dialoghi, il cinema del regista francese, qui, invece, si capovolge a totale favore delle immagini e delle atmosfere. 0b6aad33-d486-4749-be33-21de49ba6dedCome dei quadri staccati l’uno dall’altro, il film racconta una quotidianità senza pace o serenità: Dheepan vive il suo lavoro, la sua nuova vita, la sua presenza come una maschera che lo schiaccia e lo ingabbia pesantemente. Come lui, la donna e la bambina, fuggono il mondo esterno, senza però riuscire a trovare una propria interiorità neppure tra le mura di casa. Le stanze appaiono pareti insormontabili che dividono i personaggi e annullano le loro necessità.

In un finale potente e scioccante, Audiard fa esplodere tutta questa repressione auto-imposta in una violenza animale, eppure così umana, che si rivela inutile e solo pretesto di fuga per ricostruirsi un nuovo personaggio in un altro Paese senza poter sconfiggere il proprio passato e i propri fantasmi. Dheepan è un film sull’immigrazione, sull’assenza di integrazione che, soprattutto in quest’epoca di crisi identitaria dell’Europa, si rivela coraggiosamente lucido e drammaticamente attuale.

di Marco Mastino

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