Madres Paralelas

Regista acclamato e apprezzato nel panorama cinematografico internazionale, Pedro Almodóvar ama raccontare storie al femminile e affrontare l’enigma del ruolo materno affidandosi alla voce e ai gesti delle sue affezionate muse. 

In questo film dai toni drammatici, non soltanto descrive le vicende di due donne moderne, ma porta la narrazione a un secondo livello, poiché vi include la scomoda realtà di un passato storico da non dimenticare. 

In una Madrid piena di luce e di colori, incontriamo subito lo sguardo sicuro e magnetico di Janis (Penélope Cruz) che, macchina fotografica alla mano, ritrae un antropologo forense per proporgli, poi, di aiutarla in un progetto. Donna emancipata, libera, benestante e colta ha il desiderio di riportare alla luce i resti del bisnonno, ucciso e gettato in una fossa comune insieme ad altri uomini del suo paese, all’inizio della guerra civile spagnola. 

Tra i due, la chimica esplode e la narrazione si sposta successivamente nelle stanze della maternità della cittadina iberica. Janis farà qui il suo secondo incontro: insieme a lei anche un’altra ragazza sta per partorire e, per empatia, gentilezza o semplice solidarietà femminile, le due donne si scambiano i numeri di telefono promettendo l’una all’altra di tenersi in contatto. Ana (Milena Smit) è ancora minorenne e ha un rapporto molto teso con i genitori. Rimasta incinta in circostanze torbide, è completamente diversa da Janis, ma con il procedere degli avvenimenti si dimostra altrettanto determinata e pronta a cercare il suo posto nel mondo.

Due donne, due figlie, due madri e un solo grande amore per la vita che avanza: inesorabile! 

Passato e presente. Violenza e dolcezza. Lacrime e risate: tutto sembra contrapporsi e miscelarsi al tempo stesso. 

Due mondi separati si incontrano e si fondono: le luci si spengono sulle pose espressive degli attori dando ritmo alle scene e ai tempi narrativi come se lo spettatore fosse comodamente seduto in una platea, a teatro, mentre i volti diventano opere d’arte scolpiti nel chiaroscuro e delimitati dalle ombre. 

Ci si accorgerà di come, poco a poco, questi discorsi paralleli (già anticipati dal titolo) entreranno in contatto: dopo essersi guardato allo specchio e avervi visto la propria storia personale nel film Dolor y gloria, Almodóvar sente il bisogno di confrontarsi con la storia collettiva e darle la meritata rivincita. 

La trama si articola su due binari che finalmente, almeno in uno schermo, percorrono un itinerario deciso ad unirli con la complicità del fato. 

Eleonora Bonadé