“PROSOPON – la camera di Orfeo” è un progetto originale e sperimentale che ha consentito a due compagnie di teatro professionale locale (framedivision e Replicante teatro) di unire le forze per migliorare la qualità della propria offerta artistica, nonché culturale, su tutto il territorio regionale e altresì oltre confine ed è finanziato, ai sensi della l. r. 12/2023 Fondo regionale politiche giovanili, dall’Assessorato beni e attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali nell’ambito dell’Avviso pubblico 3-2023 e con il sostegno del Comune di Aosta.
L'idea
Il progetto “PROSOPON – la camera di Orfeo” nasce a seguito del distanziamento sociale.
Si è scelto di rivedere radicalmente il concetto di spazio, non tanto in quanto “area calpestabile”, ma in quanto “luogo” in cui il corpo entra in relazione con il mondo e lo percepisce. E’ nata un’installazione scenica che si è fatta spazio. All’interno di quello spazio sono state create alcune storie.
Sono storie prigioniere che abbiamo liberato. Alle pareti di una camera chiusa sui quattro lati, abbiamo aperto delle piccole finestre attraverso le quali il pubblico può guardare dentro e le storie possono uscire fuori. Questo progetto prevede intimità. Infatti, ogni rappresentazione teatrale prevede 24 spettatori alla volta e/o la presenza di una classe scolastica.
Nuove storie
Dopo l’edizione della primavera 2023, sostenuta dal Comune di Aosta e dalla Tavola Valdese, che ha portato nel cuore della città di Aosta (all’Hotel des Etats, piazza Chanoux) due drammaturgie “Memorie di un Ulisse” e “Le tele di Penelope” sul tema del viaggio, che ha riaperto il dialogo con gli studenti delle scuole aostane e con gli spettatori, per il 2024 è stato individuato un nuovo tema: l’esilio. Abbiamo pensato a due nuove proposte attraverso due spettacoli teatrali (due monologhi per personaggi imprigionati) “FEDRA – la luminosa” e “FRANCHENSTAIN – il camminante”.
“FEDRA – la luminosa”: azione teatrale a partire dal fenomeno “hikikomori”: “auto isolamento sociale totale”.
“FRANCHENSTAIN – il camminante”: una riflessione sull’esilio provocato dall’emarginazione sociale.
Abbiamo visto in queste due figure (una femminile e una maschile), ciascuna impegnata nel proprio esilio dalla vita e, di conseguenza, impigliate nelle proprie frustrazioni, l’occasione per affrontare apertamente la questione della difficoltà nel costruire relazioni interpersonali che siano rispettose di tutti i soggetti coinvolti.
Senso di colpa, percezione di inadeguatezza, ansia da prestazione, senso di inferiorità, assenza di autostima, isolamento sociale, sono condizioni che, nell’universo femminile, tendono a favorire un’implosione che si manifesta in una violenza autodistruttiva che può giungere, nei casi più estremi, al suicidio o al martirio perpetuato (vedi “Fedra”);
nell’universo maschile, invece (vedi “Franchenstain”), le stesse, quando degenerano, spesso, sfociano nell’esatto contrario: esplosioni di rabbia e di violenza verso l’esterno, con gli esiti che purtroppo ben conosciamo.
Date e spettacoli
Le 24 matinées scolastiche coinvolgono 24 classi delle scuole secondarie di secondo grado di Aosta (tra cui Liceo Classico, Artistico, Musicale, Liceo Scientifico e Linguistico, Istituzione Regina Maria Adelaide, I.T.P.R e tre – la Mont Émilius 3 – di primo grado).
Ogni classe (per un max. di 24 spettatori alla volta) partecipa allo spettacolo proposto e a seguire al laboratorio teatrale in cui è previsto un dialogo e un confronto aperto a partire dai temi precedentemente esposti.
Le rappresentazioni teatrali (dedicate alle scuole) di “FEDRA – la luminosa” sono comprese nel periodo tra il 15 e il 26 gennaio. Le rappresentazioni aperte al tout public, invece, sono previste il 20 gennaio alle ore 21 e il 21 gennaio alle ore 18.
Le rappresentazioni teatrali (dedicate alle scuole) di FRANCHENSTAIN – il camminante sono comprese tra il 1° e il 19 febbraio. Le rappresentazioni aperte al tout public, invece, sono previste il 3 febbraio alle ore 21 e il 4 febbraio alle ore 18.
Di seguito la scheda relativa a FEDRA – la luminosa.
Per tutte le informazioni e la scheda relativa a FRANCHENSTAIN – il camminante, visitare la pagina https://www.replicanteteatro.it/franchenstain/
FEDRA - la luminosa
un monologo al telefono di e con Alexine Dayné per 24 spettatori dietro a un vetro
(…)
Era impreparata
Forse non sopportava
più mondo.
Non sentiva accoglienza
non riusciva a comprendere
e neve imbiancava strade.
(…)
Sono diventata lucente.
Ho ripreso a fiorire.
Ho ripreso a osservarmi.
Un racconto-monologo all’interno di una camera separata da vetri sfocati e da cui la voce dell’attrice passa attraverso ventiquattro cornette del telefono (blu e bianche).
musiche: Depeche Mode – Joy Division – Nuxx – The Cure
bibliografia: E. Bronte – G. D’Annunzio – Euripide – J. Racine – Saffo – L. A. Seneca – W. Shakespeare
A volte succede, a volte no. Questa volta è successo. E si cade. Come Alice nel tronco.
E più profonda sei dentro, più lontana è la stanza in cui cadi.
In cui ti nascondi e in cui ti sottrai al mondo e alla sua durezza.
Ma anche in quella stanza esistono delle regole di sopravvivenza.
E permane il desiderio di non recidere ogni contatto con l’esterno.
E’ pur sempre una buona notizia.
La comunicazione con l’esterno resiste ma attraverso un telefono “antico”, antico come il dolore.
Lo sguardo si limita a frugare attraverso vetri offuscati che limitano la visione, sia per chi guarda dentro sia per chi guarda fuori.
L’immagine di sé è spezzata dentro gli specchi.
Quel che è davanti è dietro e quel che è a destra finisce a sinistra.
Anche il testo è rotto, spezzato, non c’è più trama.
E’ un canto che si sbriciola, accompagnato da musiche che sono la colonna sonora di un’epoca: gli anni ottanta.
E’ un monologo che lo spettatore è invitato ad ascoltare prendendo in mano una cornetta: può farlo o non farlo; a lui la scelta. Ma, se accetta di raccogliere quell’invito – quella cornetta -lo spettatore si trova in una relazione con l’attore che assomiglia a quelle relazioni che non possono far altro che limitarsi ad ascoltare il dolore degli altri senza poter fare nulla.
E non è così poco.
– “Voi non potete parlarmi e io non posso ascoltarvi, a volte funziona così.
Ma io ho una storia da raccontare”.
Così comincia questo spettacolo. Che di Fedra vuole parlare.
Non di Fedra, della Fedra antica, lontana, distante, del suo senso di colpa, del suo sentirsi sporca, sbagliata, storta “dentro e fuori”; e nemmeno del motivo del suo male; ma del suo male; di ogni Fedra e di quel loro dolore; di chi non si piace più o non si è mai piaciuto.
Vuole “dire” dove morde un certo tipo di dolore, quanto fa male. E non perché.
– “E io tutte le parole del dolore voglio nominare, nessuna esclusa, ma occorre rischiare il deserto del silenzio. Fuori c’è troppo casino”.
Alexine Dayné