Cerca
cropped-favicon.png
LOCANDINA VETRINA

Vetrina delle Compagnie Teatrali e di Danza della Valle d’Aosta

Compagnia framedivision

LUNEDÌ 28 APRILE

ORE 17:30 + ORE 18:45 + ORE 20:00 REPLICA – PLUS DANCE 

SINOSSI
SPETTACOLO

FEDRA
LA LUMINOSA

concept
Alexine Dayné
e Andrea Damarco
testo, drammaturgia
e regia
Alexine Dayné
con
Alexine Dayné

Un racconto-monologo all’interno
di una camera separata da vetri
sfocati e da cui la voce dell’attrice
passa attraverso ventiquattro
cornette del telefono (blu e bianche).
A volte succede, a volte no. Questa
volta è successo. E si cade. Come
Alice nel tronco.
E più profonda sei dentro, più lontana
è la stanza in cui cadi. In cui ti
nascondi e in cui ti sottrai al mondo
e alla sua durezza.
Ma anche in quella stanza esistono delle
regole di sopravvivenza. E permane il
desiderio di non recidere ogni contatto
con l’esterno. E la comunicazione con
l’esterno resiste attraverso un telefono
“antico”, antico come il dolore.
L’immagine di sé è spezzata dentro gli
specchi. Quel che è davanti è dietro e
quel che è a destra finisce a sinistra.
Anche il testo è rotto, spezzato,
non c’è più trama.
È un canto che si sbriciola,
accompagnato da musiche che sono
la colonna sonora di un’epoca: gli anni
ottanta. È un monologo che lo spettatore

è invitato ad ascoltare prendendo in
mano una cornetta: può farlo o non
farlo; a lui la scelta. Ma, se accetta di
raccogliere quell’invito, lo spettatore
si trova in una relazione con l’attore
che assomiglia a quelle relazioni che
non possono far altro che limitarsi ad
ascoltare il dolore degli altri senza poter
fare nulla. E non è così poco.
– “Voi non potete parlarmi e io non posso
ascoltarvi, a volte funziona così.
Ma io ho una storia da raccontare”. […]
“E io tutte le parole del dolore voglio
nominare, nessuna esclusa, ma occorre
rischiare il deserto del silenzio.
Fuori c’è troppo casino”.
Così comincia questo spettacolo. Che di
Fedra vuole parlare. Non di Fedra, della
Fedra antica, del suo senso di colpa,
del suo sentirsi storta “dentro e fuori”; e
nemmeno del motivo del suo male; ma
del suo male; di ogni Fedra e di quel loro
dolore; di chi non si piace più o non si è
mai piaciuto. Vuole “dire” dove morde un
certo tipo di dolore, quanto fa male.
E non perché.

Correlati