da “Anatomia di un soldato” di Harry Parker
La collaborazione framedivision e Replicante Teatro torna a unire le forze in un interpretazione scenica del romanzo Anatomia di un soldato di Harry Parker. Uno spettacolo che nasce dall’urgenza, oggi più che mai sentita, di raccontare la guerra non come semplice scontro tra fazioni, ma come tragedia profondamente umana.
La guerra ha sognato sé stessa.
E fu.
La guerra non è un videogioco: ti cambia.
Come un videogioco.
Un uomo in un paese in guerra ha messo un piede sopra una mina ed é saltato in aria.
La mina è stata fabbricata da uomini che abitano quel paese.
DA 68 85 non è un numero:
è un codice che ha sostituito il nome di un uomo addestrato ad uccidere.
Ma non a morire.
Infatti non muore.
Ma viene separato dal suo corpo.
Ci sono oggetti che hanno assistito a quello strappo.
Altri hanno preso parte alla conseguenza di quell’accadimento.
Altri ancora hanno determinato la separazione.
Nessuno tra di loro ha nulla da commentare.
Tutti hanno esposto il fatto senza giudizio, senza pudore.
Ci sono vari tipi di smembramento: uno è quello di un corpo.
Ma… forse, l’interezza non è altro che la consapevolezza di ciò che abbiamo perduto.
E, in – quella – consapevolezza, possiamo – vedere – ciò che abbiamo perduto.
Prima non sapevamo nemmeno di averlo.
Vedendolo, allora, possiamo conoscerlo.
E nulla andrà perduto.
Solo si muove altrove.
E noi possiamo muoverci in quell’altrove.
Interi, perché consapevoli, ora, che lo strappo ferisce,cambia, allontana… ma non può separare. Perché tutto è UNO.
“Ci sono vari tipi di smembramento: uno è quello di un corpo.
Ma… forse, l’interezza non è altro che la consapevolezza di ciò che abbiamo perduto.
E, in – quella – consapevolezza, possiamo – vedere – ciò che abbiamo perduto.
Prima non sapevamo nemmeno di averlo.
Vedendolo, allora, possiamo conoscerlo.
E nulla andrà perduto.
Solo si muove altrove.
E noi possiamo muoverci in quell’altrove.
Interi, perché consapevoli, ora, che lo strappo ferisce,cambia, allontana… ma non può separare. Perché tutto è UNO.”
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