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RIEN NE VA PLUS di Fabio Dibello

una mostra d’arte contemporanea tra fotografia e performance

opere di Fabio Dibello

a cura di Alessio Zemoz

con il contributo di Bruno Trentin

una produzione framedivision Alexine Dayné

con il sostegno di Miripiglio

iniziativa realizzata nell’ambito del Premio Regionale per il Volontariato 2019

promosso dal Consiglio Regionale della Valle d’Aosta

con il patrocinio del Comune di Aosta

dal 21 maggio al 13 giugno • orari 14.30 / 19.00 ingresso libero
inaugurazione venerdì 21 maggio ore 18.00

Faites vos jeux. Les jeux sont faits. Rien ne va plus: quel che è stato è stato, non c’è più nulla da fare.

Con la mostra evento dal titolo RIEN NE VA PLUS il fotografo aostano Fabio Dibello propone un’allestimento performativo che si colloca ai confini tra fotografia e arte contemporanea e che coinvolge attivamente il fruitore attorno al delicato contesto del Gioco d’Azzardo Patologico. L’artista utilizza i linguaggi della fotografia di ritratto, diretta e disturbante, che ci vincola alla realtà oggettiva, del collage e della performance, che ci trasportano in una dimensione metaforica, con lo scopo di generare una vera e propria performance dal vivo, un’esperienza tesa a mettere il fruitore di fronte alla propria coscienza, di fronte al ragionamento attorno alle possibili conseguenze delle proprie eventuali scelte. Un’allestimento concettuale realizzato all’interno delle sale dell’ Hôtel des Etats di Aosta che è consapevolmente una provocazione intellettuale e civile che pone l’attenzione su di un tema particolarmente delicato anche e soprattutto in questo nostro tempo critico e per certi versi ancora più ostile a chi soffre delle patologie correlate alla dipendenza da gioco d’azzardo. Qui l’arte si prende la briga di posare uno sguardo attivo, sensibile al contesto sociale, culturale e politico e diventa azione: una forma di resistenza estetica e progettuale, possibile anche grazie alla sensibilità di alcune istituzioni come quella del Comune di Aosta, che consente di esercitare il diritto alla produzione e alla messa in mostra delle opere dei ricercatori e degli artisti impegnati in una lotta per la sopravvivenza delle proprie imprese culturali contro i monopoli, le disuguaglianze e le impari opportunità che caratterizzano il nostro tempo e che li trasformano in facili prede e finire per essere privati della libertà di scelta e d’impresa. In questo senso, l’evento RIEN NE VA PLUS di Fabio Dibello rappresenta l’occasione per entrare in una dimensione peculiare come quella del Gioco d’Azzardo Patologico e allo stesso tempo per metterla in relazione con la nostra contemporaneità in senso più esteso, personale e intimo possibile.

Alessio Zemoz, curatore

Sono stato preda con la convinzione di essere predatore.

L’azzardo ti convince di essere tu il cacciatore armato, forte, vincente.

E quando ti rendi conto che non è così, che la preda sei tu, è tardi, ci sei dentro fino al collo.

E allora sempre più a fondo, sempre più in fondo fino a non riuscire neppure a fuggire, ma ad andare a petto nudo con la lingua di fuori incontro a quel mostro dalle sembianze chimeriche.

Perdita di soldi, di dignità, di autostima, di voglia di andare avanti, ma soprattutto la perdita della libertà di scelta.

La perdita della libertà di scelta, ecco cos’è l’azzardo.

Bruno Trentin, Presidente Miripiglio

Cos’è il gioco d’azzardo?

è un’attività ludica che si caratterizza per il rischiare una più o meno ingente somma di denaro, in vista di una vincita, strettamente legata al caso e non all’abilità individuale: affidarsi alla Fortuna vuol dire negare il valore dell’impegno e del merito che può svolgere una funzione positiva ludica e socializzante nelle situazioni di gioco non patologico. Ma che nelle derive problematiche del gioco, diventa negazione del valore e dell’impegno personali. La tesi per cui la virtù batte la fortuna, è oggi fortemente sfidata da una cultura che parla sempre più di fortuna, di lotterie, gratta e vinci, magie e oroscopi e giochi d’azzardo.

Cos’è il Gioco d’Azzardo Patologico

è una “dipendenza senza sostanze” al pari delle cosiddette nuove dipendenze (Internet Addiction, Shopping Addiction, Sex Addiction, Work Addiction, etc.), ovvero comportamenti che pur producendo le stesse conseguenze delle cosiddette tossicodipendenze si costruiscono e si autoalimentano in assenza di qualsiasi sostanza:

  • impossibilità di resistere all’impulso di mettere in atto il comportamento (compulsività);
  • sensazione crescente di tensione che precede immediatamente l’inizio del comportamento (craving);
  • piacere o sollievo durante la messa in atto del comportamento; 
  • percezione di perdita del controllo; 
  • persistenza del comportamento nonostante la sua associazione con conseguenze negative;
  • bisogno di dosi crescenti o sempre più tempo dedicato al gioco (tolleranza);

Cristina Conte, psicologa

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