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la daronne

La Daronne

Patience Portefeux (Isabelle Huppert) abita in una Parigi multiculturale e socialmente variegata, è una donna attraente di cinquantatré anni, ha due figlie stupende e una madre anziana affetta da demenza senile. Prima di perdere il marito, il futuro le si prospettava luminoso e scoppiettante come i fuochi d’artificio che tanto fanno sognare.

La sua quotidianità era certamente più agiata, spensierata e il drastico cambio di rotta, unito alle difficoltà economiche, la spingono a cercare lavoro. Grazie alle esperienze di vita in giro per il mondo e alle competenze linguistiche acquisite, Patience viene assunta come interprete al Ministero della Giustizia, nella sezione narcotici: finisce per occuparsi di tradurre, dall’arabo al francese, le intercettazioni telefoniche di alcuni trafficanti ricercati dalle forze dell’ordine. Indagando un caso assegnatole, la protagonista riconosce un timbro vocale a lei familiare: si ritrova così a coprire la condotta illegale del figlio dell’infermiera che si occupa della madre con amorevole cura.

La partita di droga trasportata dal giovane svanisce all’improvviso sotto il naso di Philippe, investigatore di polizia che ha una relazione con Patience, e la traduttrice decide di recuperarla con tanto di cane antidroga per mettersi in affari.

L’occasione rende l’uomo ladro, si sa, e con innumerevoli astuzie dai risvolti comici assistiamo a una vera e propria trasformazione! Perché accontentarsi di una misera paga, senza reali tutele, quando si conoscono le regole di un gioco pieno di adrenalina e fascino? Bastano semplici ma efficaci accortezze (che Patience recupera anche su internet), un buon travestimento, un carattere sfrontato e irriverente, per essere credibili ma insospettabili al tempo stesso. Nasce, così, “Mme Ben Barka”: figura determinata, squisitamente insolente e fiera, che non avrà problemi a imporsi tra i piccoli spacciatori di hashish della periferia.

Basata sul premiatissimo libro di Hannelore Cayre (che è stata coinvolta dal regista e dallo sceneggiatore per realizzare il film), la trama parte dal disperato tentativo di una trasgressione calcolata nei dettagli e che sembra pagare bene. L’idea è già stata esplorata da altri film e recenti serie tv, tra cui L’erba di Grace (2000, Nigel Cole), dove una distinta signora di mezz’età appassionata di giardinaggio si improvvisa coltivatrice di marijuana, e Breaking Bad (2008, Vince Gilligan),che racconta le vicende di un insegnante di chimica del New Mexico deciso a cucinare metanfetamine nel deserto, dopo aver scoperto di avere un tumore.

Marzo è indubbiamente un mese al femminile, proprio come le interpreti di questo film: Donne che sanno come cavarsela, reinventarsi, sfidare la sorte e assumersi rischi.

Eleonora Bonadé

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