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Moonlight – Barry Jenkins

Chiron è un ragazzino di colore, cresciuto senza padre e con una madre tossicodipendente nel quartiere ghettizzato di Liberty City a Miami. In fuga dai bulli dopo un giorno di scuola, Chiron si rifugia in una casa abbandonata dove viene casualmente trovato da Juan, uno spacciatore della zona, che diventa ben presto per il piccolo una figura paterna ed essenziale per la sua crescita. Il film è diviso in tre capitoli e ci racconta tre fasi della vita del giovane protagonista all’età di nove, sedici e ventisei anni. Tre diversi momenti determinanti nella vita di Chiron ci mostrano le difficoltà legate alla sua situazione familiare, l’accettazione della propria sessualità, gli abusi e le violenze che hanno segnato la sua vita.

L’opera di Jenkins tocca innumerevoli tematiche complesse come la dipendenza da droghe, gli abusi domestici, la violenza nelle scuole, l’omofobia e la piccola criminalità che dilaga in certi quartieri svantaggiati. Sarebbe però ancora riduttivo definire il film basandosi su queste tematiche. Jenkins riesce infatti incredibilmente bene a destreggiarsi tra questi elementi dandogli il giusto peso per raccontare ad un livello più ampio il tema dell’identità. Il titolo di ogni capitolo (tre diversi nomi per lo stesso protagonista, chiamato Little da bambino, Chiron da adolescente e con il soprannome Black da lui scelto da adulto) già ci permette di capire come sia proprio la ricerca dell’identità il perno centrale del film. Cosa davvero ci definisce? Il modo in cui gli altri ci vedono, il luogo in cui nasciamo e cresciamo, le decisioni prese da noi e da altri per noi?

La vita di Chiron sembra infatti una costante lotta tra la scoperta e l’accettazione di sé anche attraverso lo sguardo degli altri. La scelta del regista di dividere il film in tre capitoli netti, – che ci proiettano in maniera immediata e quasi brusca ad anni di distanza – suggerisce certamente la sua idea che esistono nella vita di ognuno di noi alcuni momenti fondamentali, delle svolte, che ci conducono su un cammino piuttosto che su un altro.

Tratto dall’opera teatrale parzialmente auto-biografica In moonlight black boys look blue di Tarell Alvin McCraney, Moonlight è stato uno dei film protagonisti degli ultimi Academy Awards, nominato in otto diverse categorie e vincitore dell’Oscar per il miglior film, la migliore sceneggiatura non originale e il miglior attore non protagonista (Mahershala Ali).

di Alessia Gasparella

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