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Falcon Lake

Vacanze estive, un campeggio che, per quanto lungo, è destinato prima poi a finire. Ma  siamo in Canada, dove il clima è sempre uggioso, più simile a quello autunnale. Un’amicizia  che si trasforma in qualcosa di più, ma lui ha tredici anni (quasi quattordici, ci tiene a  sottolineare) mentre lei già sedici, e attira l’interesse di molti ragazzi più grandi. 

Tratto dalla graphic novel di Bastien Vivès Una sorella, Falcon Lake è l’esordio alla regia di  Charlotte Le Bon, attrice ed ex-modella canadese che rivela un notevole controllo sul  medium. Bastien e Chloé (Joseph Engel e Sara Montpetit) trascorrono le vacanze con la  propria famiglia nella stessa baita in prossimità di un lago del Québec, un’area che, secondo  una leggenda del posto, sarebbe infestata dai fantasmi. Nonostante la differenza di età, i  due ragazzi legano molto fra loro e il periodo trascorso insieme segnerà un momento  cruciale nella vita di entrambi.

La narrazione del film è guidata dallo sguardo del  protagonista, attratto da Chloé nei termini di un precoce desiderio che non sa ancora di  essere tale. Bastien imita e cerca di mettersi alla pari dei ragazzi più grandi che incontra e  che ruotano attorno a Chloé, manifestando però ancora tutte le fragilità associabili a un  bambino. Così alcuni momenti classici del teen movie (le feste, il corteggiamento, i momenti  di coppia in solitaria) sono rivisti alla luce della sua esperienza emotiva: le prime fasi della  pubertà portano con sé una precarietà a livello esistenziale che si proietta anche nella  messa in scena, a partire dal ricorso alla pellicola e al formato in 4:3.

La macchina da presa  si pone all’altezza del suo protagonista o si stringe intorno ai personaggi, restituendo  notevole soffocamento negli interni, spesso al buio. La fotografia mette in rilievo i colori  freddi della natura circostante (il lago, i boschi), giocando su espressivi accostamenti.  Perfetta espressione di un clima spettrale, terreno fertile della leggenda sul fantasma che  attanaglia i protagonisti, gettando un’ombra cupa su un momento solo apparentemente  spensierato. Falcon Lake è allora il racconto non tanto di un’educazione sentimentale ma  del difficile rito di passaggio verso l’adolescenza, scevro qui di qualsiasi abbellimento. 

Dopo essere stato presentato nella sezione Quinzaine des réalisateurs del Festival di  Cannes, Falcon Lake è passato anche in concorso al Torino Film Festival 2022, senza  ricevere l’attenzione che merita: il film è una riuscita variazione di temi e strutture  consolidate, che fa ben sperare per il futuro dietro la macchina da presa di Le Bon. 

 Luca Sottimano

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