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Locandina - Manodopera

Manodopera

Ughettera è una borgata abbandonata, che si trova in provincia di Torino a mille metri sul livello del mare, tra la valle di Giaveno e quella di Pinerolo. Da lì, in fuga dal fascismo, partirono durante la Seconda Guerra Mondiale Luigi e Cesira Ughetto, i nonni di Alain, autore di poche, ma importanti e pluripremiate opere d’animazione.

Ed è da quelle valli inaccessibili che, tramite l’utilizzo della plastilina e della tecnica del cosiddetto “passo uno”, il regista francese decide di partire, per mettere in scena la storia della sua famiglia intessendo un immaginario dialogo tra le sue mani in carne ed ossa e il personaggio della nonna Cesira, doppiata magnificamente da Ariane Ascaride, compagna-musa di Robert Guédiguian, e a sua volta discendente di immigrati italiani. Passo a passo, proprio come viene girato un film in stop-motion, ripercorriamo la dura vita degli Ughetto tra montagne fatte di carbone, nuvole di cotone, mattoni di zollette di zucchero e alberelli-broccolo. Seguiamo Luigi e le sue lunghe trasferte per costruire il tunnel del Sempione, gli obblighi militari assieme ai fratelli, la nascita dei figli e il sogno di raggiungere “la Merica”. Seguiamo Cesira a casa coi bimbi che, ad ogni partenza, deve sperare che il marito ritorni sano e salvo mentre le guerre si susseguono e muoversi diventa sempre più pericoloso.

Ughetto descrive dolcemente le peripezie dei nonni, da sempre attratti dalla vicina Francia e disposti ad accettare i peggiori soprusi per dare alla propria famiglia una vita dignitosa. Agli orrori delle guerre fanno infatti seguito le difficoltà nel farsi accettare Oltralpe dove molti negozi, come recita bene il titolo originale del film, erano “proibiti ai cani e agli italiani”.

Storia di resistenza e di forte determinazione, Manodopera è un film poetico e drammatico, divertente e concreto che alterna con delicatezza diversi registri per raccontare una saga familiare che attraversa gran parte del Novecento e ci ricorda di come, non troppi anni fa, erano gli italiani a dover compiere duri e complicati viaggi per sperare in un’esistenza migliore.

Dedicato allo scrittore e partigiano Nuto Revelli, il secondo lungometraggio di Alain Ughetto, vincitore del Premio della Giuria al Festival di Annecy, è un atto d’amore verso le proprie origini, verso chi ha lottato, verso chi non ha mai smesso di sognare per costruire il proprio personale “Paradis”

 Marco Mastino

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