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Volami Via

Da una parte le luci stroboscopiche e il frastuono. Dall’altra, l’illuminazione fredda che caratterizza l’atmosfera sospesa e silenziosa degli ambienti ospedalieri. Due immagini in conflitto, che diventano un unico punto di svolta e faranno da sfondo a due vissuti completamente diversi: mondi agli antipodi, due prospettive dalle quali si svilupperà la storia di un grande incontro.

Dopo la commovente opera prima Les Choristes, campione d’incassi in Francia, Christophe Barratier torna al cinema con un film ispirato ad una storia vera. Chi ha visto Conta su di me di Marc Rothemund sa che anche il cinema tedesco aveva portato sullo schermo, rielaborandola, la storia di Lars Amend e Daniel Meyer. Thomas è il classico “figlio di papà” giovane, ricco e viziato, la cui aspettativa è quella di sentirsi adulto senza assumersene realmente la responsabilità. Gli si perdonano le stravaganze e i clamorosi colpi di testa: le sue giornate sono un susseguirsi di accidia, noia ed eccessi, senza il benché minimo rispetto per il lavoro e i sacrifici delle figure adulte che lo circondano. Marcus, invece, è un ragazzino in piena preadolescenza. Vive con la mamma, Maissa, e soffre, sin dalla prima infanzia, per le conseguenze fisiche ed emotive generate da una malformazione cardiaca, che condiziona anche le sue speranze per il futuro. Un disabile, tecnicamente, del quale prendersi cura in maniera assistenziale, con tutta una serie di accortezze: niente dolci, niente sport, niente emozioni forti, niente sgarri.

Cosa resta? “Tutto il resto”.

Il racconto di questa amicizia affronta il tema della disabilità da un altro punto di vista, perché, effettivamente, troppo spesso pensiamo che i disabili debbano essere semplicemente accompagnati, senza che a monte vi sia un progetto che parta dai loro desideri. Se ci fosse un’alternativa? È giusto che siano i disabili stessi ad adattarsi a una normalità che non li rappresenta? L’approccio di Thomas alla questione, invece, è del tutto ingenuo e quasi non ci sono i presupposti per fidarsi della sua figura di sostegno. Non possiede titoli o conoscenze di natura educativa e/o medico-sociale per approcciarsi all’esistenza di un minore con le problematiche di Marcus. È però proprio il padre di Thomas, il Dott. Reinhard, che con la minaccia di diseredarlo, getta le basi per questo nuovo e avventuroso inizio, che avrà importanti echi sulle esistenze dei soggetti coinvolti.

Inutile non fare un parallelo con un altro film di successo: sulla scia di Quasi amici, il cinema francese ha dato il via a una redditizia produzione di commedie drammatiche che trattano, attraverso toni leggeri e ironici, delicate tematiche sociali con forti risvolti politici.

Eleonora Bonadé

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