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Adorazione

La grana “di bassa qualità” dell’immagine di Adorazione non è dovuta a un difetto di proiezione. Si tratta di una scelta esplicita del regista Fabrice Du Welz, che ha cercato un mezzo per trasmettere la sensazione di precarietà dei giovani protagonisti del film e per catturare “dal vivo” la loro avventura. La storia racconta le vicende del dodicenne Paul, che passa le sue giornate nei boschi intorno alla clinica psichiatrica in cui lavora sua madre. Un giorno come tanti altri, incontra Gloria, una misteriosa ragazza in cura nell’istituto, da cui riesce poi a scappare. Il giovane si lascia così convincere a seguirla, iniziando con lei un viaggio nella natura selvaggia in cerca di una misteriosa salvezza.

Du Welz, uno degli alfieri del filone horror di inizio millennio denominato French New Extremity, firma qui il suo titolo sicuramente meno estremo, virando verso una fiaba nera che non rinuncia però all’elemento “perturbante” tipico di tutta la sua filmografia. Mette al centro due ragazzini e ricorre a una macchina da presa mobile che sta sempre vicina ai loro volti, adoperando movimenti e tagli di montaggio bruschi. L’effetto è un’immersione nella loro interiorità tormentata con un incredibile scavo psicologico. In Adorazione non importa tanto lo sviluppo narrativo, il colpo di scena, quanto la resa di uno stato d’animo: al regista basta mostrare un primo piano di Paul e Gloria per farci capire che nascondono qualcosa. L’universo infantile ritratto qui è dunque tutt’altro che sereno e disincantato, quanto il più possibile covo di paure e irrequietezza. Anche gli ambienti interni, come l’ospedale, sono filtrati dal punto di vista dei due, divenendo spazio orrorifico. È all’esterno, tra la natura, che loro sembrano trovare pace. La tecnica di ripresa permette al cineasta di ritrarla nel modo più realistico possibile: i raggi di sole sporcano l’inquadratura ma non sono rimossi in post-produzione. A questo contribuisce anche la colonna sonora di Vincent Cahay, che propone diversi suoni ambientali per comporre una partitura suggestiva. I fitti boschi e le piogge torrenziali, all’apparenza pericolosi, si trasformano per Paul e Gloria nel solo rifugio possibile, lontano da un mondo umano per loro minaccioso e inospitale. Da segnalare, infine, l’ottima prova dei loro interpreti, i giovanissimi Thomas Gioria e Fantine Harduin.

Luca Sottimano

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