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La scelta di anne

La scelta di Anne – L’événement

La scelta di Anne – L’événement è un pugno nello stomaco, che non ti fa respirare, che non ti lascia via di scampo. Il film racconta di Anne (la bravissima Anamaria Vartolomei), brillante studentessa di letteratura all’università nella Francia del 1964, rimasta incinta in seguito ad un rapporto occasionale con un suo coetaneo poco interessato a lei e alle sue future ipotetiche sorti di padre. Nel corso di tutta la durata dell’opera, Anne cercherà di portare a compimento la sua scelta, ovvero abortire, in un tempo in cui questa pratica non era contemplata legalmente e i medici, nonché le pazienti, rischiavano la prigione praticandola (la legge Veil che legalizzerà l’interruzione di gravidanza entro le prime dieci settimane dal concepimento sarà emanata solo undici anni dopo). Fin dall’inizio convinta e risoluta nella sua decisione, Anne sarà dunque costretta a tentare l’aborto clandestino, cosciente di mettere così a rischio la sua vita.

L’aspetto forse più significativo di questa narrazione sull’interruzione volontaria di gravidanza è la solitudine, l’isolamento che Anne deve fronteggiare. Non troverà conforto nel medico, che finge di aiutarla mentre le prescrive ormoni che rafforzeranno il feto; non troverà conforto nell’amico con cui si confida, che invece di sostenerla cerca di fare sesso con lei (dal momento che è già incinta e dunque non correrebbe rischi); ma non troverà conforto neanche nella famiglia e nelle amiche: intuendo che sarebbe solo giudicata negativamente e non appoggiata nel suo desiderio, decide semplicemente di non dire nulla.

Anche per quanto riguarda la tecnica cinematografica, la scelta del 4:3 contribuisce a restringere ulteriormente il punto di vista esclusivamente sulla figura di Anne, ripresa spesso in primi piani stretti (a voler condividere la sua preoccupazione con noi spettatori/spettatrici, unici/uniche possibili suoi/sue alleati/alleate). La preoccupazione costante, la corsa contro il tempo, l’isolamento hanno ovviamente delle conseguenze nella vita quotidiana di Anne: non mangia e non studia più, il dolore, l’ansia e la violenza psicologica e fisica sono le uniche sensazioni che Anne, braccata, può vivere.

Leone d’Oro come Miglior Film alla 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, l’opera, secondo lungometraggio di Audrey Diwan, è tratta dal romanzo autobiografico L’événement di Annie Ernaux, che la regista ha scelto di portare sullo schermo proprio perché, ha dichiarato, si è accorta di quanto la sua esperienza di aborto sia stata diversa da quella vissuta da Anne/Annie: “Ho avuto la legge dalla mia e il comfort dell’assistenza medica. Non ho dovuto torturarmi con un ago, non ho mai rischiato di morire per proteggere i miei desideri. Conosco però tutto quello che devono attraversare il corpo e la mente femminili.” Diwan e Ernaux, a seguito dell’interesse enorme che c’è stato intorno al film, si stanno organizzando per andare di persona nel maggior numero di paesi possibili, evidentemente consapevoli che un diritto acquisito può non esserlo per sempre.

Carolina Zimara

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