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La petite

Per essere genitori non distribuiscono il libretto d’istruzioni: ogni figlio è unico nel suo essere. E come molti genitori, Joseph, il protagonista del film di Guillaume Nicloux La Petite (2023), non è stato tanto d’accordo con le scelte che ha intrapreso suo figlio Emmanuel, che vive la sua vita con il compagno Joacquim. Tutto, però, cambia drasticamente con una telefonata: i due innamorati perdono improvvisamente la vita in un incidente aereo. Un lutto inimmaginabile per le famiglie di entrambi, una perdita che però Joseph, ormai vedovo, sente per la seconda volta. Joseph rimane in silenzio, nella sua casa vuota, qualche volta riempita dalle visite della sua seconda figlia Aude, che condivide il lutto con lui. Lo spettatore, invece, viene escluso da questo silenzio che Guillaume decide di riempire con la musica, come per evidenziare la riservatezza con cui Joseph affronta il suo lutto.

Ma questo dramma familiare cambia drasticamente con la scoperta che Emmanuel e Joacquim aspettavano una figlia da una madre surrogata in Belgio. Scelta difficile, la loro, che in molti paesi non è né permessa né condivisa. Ma non per Joseph: la decisione della coppia risveglia in lui la voglia di riavvicinarsi alle scelte del figlio e di andare a trovare la madre e la futura nipote, come per salvare l’unica cosa rimasta di suo figlio.

Ed è in questo viaggio che lo spettatore conosce Joseph, la sua bontà e generosità, l’instancabile pazienza e la comprensione nei confronti di una madre in difficoltà. Fabrice Luchini, attore che incarna il ruolo di Joseph, fa un lavoro eccezionale donando al personaggio un volto spezzato dal dolore, ma con gli occhi in cerca di speranza per una nuova famiglia. Una famiglia moderna e anticonvenzionale. E così come Joseph non era d’accordo con le scelte di Emmanuel, anche a lui capita ora di scontrarsi con chi vuole mettersi in mezzo alle sue decisioni, continuando a lottare affinché anche la sua nipotina abbia una famiglia, perché, in fondo, che si parli di madri o padri, la famiglia è dove si sta bene, basta che ci sia amore.

Il regista realizza un film drammatico che però sfocia in un film di (ri)nascita e tenerezza. Lo spettatore, come Joseph, viene catapultato in un’aria nuova, dal silenzio del lutto al rumore di una nuova famiglia. Guillaume, infatti, cambia musica, e se prima lo spettatore era circondato di musica strumentale, adesso si ritrova ad ascoltare musica rap estranea a Joseph, rumorosa e caotica, come una vita nuova.

Alice Zoja

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