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VARDA - locandina

Varda par Agnès – Agnès Varda

Uscito qualche settimana prima della sua morte, Varda par Agnès costituisce a tutti glieffetti il testamento artistico di un’importante figura della cultura in lingua francese: regista,fotografa, artista, Agnès Varda ha saputo costruire un percorso intellettuale, artistico e politico assolutamente originale, che ci viene restituito in questo quasi-documentario.

Sul palco di un teatro, seduta di fronte al proprio pubblico, la regista ci accompagna infattiin un percorso per immagini che attraversa una sessantina d’anni di sperimentazioni attraverso differenti e molteplici linguaggi, nei quali emerge un’inesauribile esigenza espressiva. Varda è una figlia dell’empirismo, una testarda sperimentatrice che concepisce la creazione artistica come continuo incontro con ciò che sta fuori, con le persone, i paesaggi e gli oggetti. Anziché concentrarsi su una poetica dell’interiorità, su una pensosa riflessione esistenziale, la sua arte raggiunge un polo unitario – cioè una sua poetica – puntando risolutamente lo sguardo fuori di sé. Persino nel raccontare, come in questo caso, il proprio percorso artistico, notiamo così un certo e prezioso pudore nel parlare di sé e una costante attenzione rivolta verso il mondo, la realtà, le sue problematiche e le linee ancora da esplorare. Emerge così una figura al tempo stesso poetica, divertita e lucidissima nel realizzare i propri obiettivi: vera e propria intellettuale“pratica”, Varda racconta con mirabile chiarezza i dettagli del proprio lavoro e la sua visione del mondo, senza mai ricadere in vuoti pourparler o in astratti intellettualismi.Quando definisce in poche parole cosa significa realizzare un’opera d’arte – “ispirazione, creazione e condivisione” – ma anche quando mostra quale debba essere il rapporto tra temporalità e narrazione, e in che modo tutto accada, al cinema, proprio quando sembra che non accada niente, sentiamo un’ispirazione rigorosa, concreta, sentita.

Nel suo costante bisogno di rinnovamento, capace di passare, a cavallo tra i due secoli, dal linguaggio cinematografico di Cléo dalle 5 alle 7 agli esperimenti di video-arte, si coglie una medesima ispirazione, capace di portare la pittura nel cinema – come nel caso di Le Bonheur – e il cinema nell’arte, il documentarismo nella finzione e la composizione filmicanella verità documentata. Fedele alla propria poetica, persino quest’opera, dedicata alla propria vita, rispetta una sostanziale indistinguibilità tra narrazione, documentarismo, video-arte e fotografia: Varda entra nei suoi stessi film, mescolando filmati d’epoca,spezzoni, momenti meravigliosamente cinematografici e ricordi di una vita.

Varda par Agnès costituisce il resoconto leggero – e dunque autenticamente profondo – diuna vita dedicata all’arte; è un’occasione per entrare nel mondo di Varda e per gettare unosguardo d’insieme su quel misterioso processo artistico che trasforma un eterogeneo complesso di opere in un’unica grande opera.

Giulio Piatti

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