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La famiglia Bélier – Eric Lartigau

 

white-god-posterSe si potesse collocare un film su una ipotetica tavolozza, non di colori ma di sentimenti, si potrebbe dire che La famiglia Bélier si trova esattamente a metà strada tra la passione e la devozione. Paula Bélier è la figlia sedicenne dei signori Rodolphe e Gigi, nonché sorella dell’adolescente Quentin. La famiglia è esemplare, serena e unita, se non fosse per una piccola particolarità, una stranezza di cui Paula si fa portatrice: lei, contrariamente ai suoi genitori e a suo fratello, non è sorda, ma sente e parla perfettamente. La cosa non pesa particolarmente sul clima sempre vivace e affettuoso della famiglia, anzi si rivela anche una risorsa importante nel momento in cui Paula assume il ruolo di intermediario ed interprete della realtà nella vita di tutti i giorni: al mercato coi clienti, dal medico o con il sindaco. Ma un bel giorno Paula scopre di avere una voce non solo per parlare, cosa che ha sempre fatto soprattutto in nome d’altri, ma di averne anche una, preziosa e tutta per sé, per cantare. la-famiglia-belier-mamma-e-paulaCosì, incoraggiata dal professore di musica della scuola, accarezza e assapora l’idea di partecipare ad un concorso per giovani talenti a Parigi: ciò provoca però nello stesso tempo un lacerante conflitto tra il desiderio di libertà ed autoaffermazione verso cui il canto la può portare (la passione) e quel senso di amore e del dovere assieme, nei confronti di una famiglia, il cui abbandono e distacco potrebbe rivelarsi fatale (la devozione).

Il regista della commedia spiega: “Quello che mi interessava era innanzitutto il tema della partenza, della separazione vissuta come una lacerazione. E’ possibile lasciarsi con dolcezza? E’ possibile amarsi profondamente senza vivere in simbiosi?”. Sono abbastanza chiare attraverso queste parole le intenzioni della sceneggiatura: il tono spensierato da commedia famigliare declina man mano sul versante più serio della sempre maggiore, e sempre più problematica, voglia di crescere di Paula, desiderio che passa attraverso la modulazione più o meno equilibrata, nello slalom tra lacrime e risate, del tema della diversità e della varietà di modi della sua percezione ed accettazione.130912-2740 Alcune scene importanti tratteggiano infatti molto bene lo svolgersi delle dinamiche relazionali e delle loro implicazioni psicologiche, fra un’adolescente alla disperata ricerca di libertà e identità e genitori che sono costretti a vivere un duplice trauma: quello primario di avere una figlia diversa rispetto a loro, quindi quasi anormale, e quello non meno importante di dover accettare che il canale attraverso cui potrebbe passare la crescita e la realizzazione esistenziale della ragazza sia proprio ciò a loro più distante ed estraneo, una dote ed una vocazione che non potranno mai comprendere ed apprezzare appieno. Commedia aggraziata, che non manca di serietà né di leggerezza e, se a tratti corre il rischio di scivolare nel fiabesco, riesce comunque ad amalgamare con efficacia generi diversi, facendo divertire ed emozionare.

                                                                                                                          Enrico Zimara

 

 

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